si può dunque squarciare il cielo con segnali a croce?
si può dunque immergerci nella purezza d’acque sacrificali
ascoltare
la frusta della rassegnazione languire di seta spenta
e il rumore dell’alba emergere sogni
raccattando pensieri dorati sulle ciglia
che si bagnano
a dispetto dei ricordi cuciti sulla vecchia pelle,
quella sfilata e srotolata dalla muta a scaglie
sempre verso il cielo guardare di madreperla lucida
singhiozzi d’amore in andirivieni oleosi sincronizzati.
Sono rosse torri di Babele le nuvole al tramonto
dove si perdono le parole in disincanti
nel nero cerchio dell’essenza
che stringe la vita ai fianchi