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Pubblicata il 07/05/2011
Neri, dal becco giallo
melodioso il fischio
i merli acclamano al mattino che ritorna,
lo trascinano sugli aranci intenti a rifiorire
sull’inverno che sta per finire
e mi danno la sveglia.
Oltre che il nero,
per dispetto sfoggia il suo piumaggio grigio,
bianco di riflessi verdi
e vanitosa, la pica sorveglia il prato
vogliosa d’ogni cosa che brilla
e mi sveglia.
Odioso di cimitero il canto,
pur sacra ad Atena,
la civetta zampetta sulla mia loggia,
fa parapiglia e strilla
e, tediata la notte,
prillando il collo se ne sale in fretta,
dal tetto fugge il mattino
tirandomi dal letto.
Intanto, stanco e stordito
per non aver dormito
appanno i vetri sorseggiando il caffé
e sbadiglio guardando che ora è.
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la musica in sordina della natura, quale migliore sveglia, in un ambiente lontano dai clacson e rombi di motori?
Bellissima chiusa!
Ciao
Ax

il 07/05/2011 alle 19:30