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Pubblicata il 28/04/2011
Oramai mi aggiro
tra il bianco e il muro
stridendo i denti,
come gesso su lavagna.
Non ascolto più
il sale che ingoio
mentre mi accorgo
di rincorrere utopie
impregnate di acqua stagnante.

Oramai,

il sacco pesa alle spalle
e i silenzi attanagliano
il non detto.

Oramai che il tempo
travestito da futuro
mi ha mostrato la maschera
di un passato sbiadito,

non mi resta
che tornare
a leggere, tra le righe
di un vecchio quaderno,
verginee parole
autenticandone il contenuto.
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Tutta bella la tua poesia,
ma la terza strofa mi ha incantata.
Complimenti Luna.
Marygiò

il 29/04/2011 alle 20:45

Significative tutte le immagini, un corpo lirico intenso e doloroso, nel bilancio della vita, toccante la chiusa
Un caro saluto
Axel

il 01/05/2011 alle 11:27