Oramai mi aggiro
tra il bianco e il muro
stridendo i denti,
come gesso su lavagna.
Non ascolto più
il sale che ingoio
mentre mi accorgo
di rincorrere utopie
impregnate di acqua stagnante.
Oramai,
il sacco pesa alle spalle
e i silenzi attanagliano
il non detto.
Oramai che il tempo
travestito da futuro
mi ha mostrato la maschera
di un passato sbiadito,
non mi resta
che tornare
a leggere, tra le righe
di un vecchio quaderno,
verginee parole
autenticandone il contenuto.