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Pubblicata il 31/03/2011
Le soglie d’Aurora dipanano il sogno
verde dell’erba che cresce
liquidi giacigli disegnano tele di luce
fondali frastagliati covano insidie marine
quando tendo la mano cerco strade di ninfee
tra gigli d’arcobaleno
titubanti meraviglie profumano sature
e s’incrosta di remore il timone.
La città dell’ovest ha vicoli sinuosi
E gemme di luce dal golfo perfetto
Indorano i palazzi aviti
Ove il basilico aulisce.
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Linguaggi diversi, del tempo prima del tempo, s'intrecciano in questa poesia, molto apprezzata, molto affine ai miei temi preferiti.
Ti consiglio di leggere, se già non l'hai fatto, la saga di Elric di Melniboné...
Splendida chiusa, ma anche l'incipit mi regala flashback della Spada dell'Aurora...
Un abbraccio!
Ax

il 31/03/2011 alle 12:30

stavo per perderla, bella la città dell'ovest, rich.

il 31/03/2011 alle 14:39

Ti leggo, mi piaci, ti voto.
Non è una poesia banale.
Ciao EmmaLuisa.
Buon pomeriggio!
Dora

il 31/03/2011 alle 16:12

Grazie axel,
mi fa piacere che ti ricordi altri universi rotanti e in comunicazione con il mio.
Accetto volentieri il tuo consilgio.

il 31/03/2011 alle 18:45

bella la città dell'ovest e una volta era la mia città, ora è pura luce e poesia.
Grazie rich

il 31/03/2011 alle 18:46

buon pomeriggio a te dory e grazie di tutto

il 31/03/2011 alle 18:47

la trovo molto sensuale..ninetta.

il 31/03/2011 alle 19:07

grazie cara ninetta,
buona giornata

il 01/04/2011 alle 10:26