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Pubblicata il 28/01/2011
Come potrei scordar quel dolce fiume
(che dico fiume, quasi un torrentello)
che scorre dolcemente ilare e quieto
fra rocce a Barberino di Mugello.

Fiume della mia infanzia, dolce fiume,
e lo ripeto ancora, proprio "dolce",
acqua di fanciullezza mia lontana
che ancora in tutto l'animo mi molce.

Fiume di fantasia, fiume di sogni
che nel pensarlo danno nostalgia,
fiume che sempre in cuore mi ritorni
a ricordare fanciullezza mia.

Chissà, forse t'avranno incanalato
in gallerie fatte al cemento armato,
avrai perso quel fascino d'allora...
ma sol com'eri io t'ho ricordato.

Scorrevi fra le rocce ed io t'amavo
(era il tempo gentil dei primi amori)
ti ricordo in affetto senza pari
anche se or dai sogni sono fuori.

Vecchio mio fiume, che ti tengo in mente...
scorrere d'acque in un gentil rumore,
fiume di gioventù, di sogni, spemi,
mi sei rimasto fisso in fondo al cuore!
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Nota dell'autore:
Il mio cuore va ancora sul vecchio fiume che scorre a Barberino di Mugello, paese della mia infanzia e prima giovinezza. Si chiama Stura (da non confondersi con altri più noti, ed ora certamente sarà stato incanalato, almeno nella parte che attraversa il paese, in orride gallerie di cemento armato, come usa nella modernità, ma io ce l'ho fisso nel cuore com'era allora... e come non sarà mai più.
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