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Pubblicata il 23/09/2002
Nella vuota battigia
s’ode
l’urlo di un gabbiano,
sembra un pianto disperato.
La brezza leggera
di un alba serena
dischiude
le mie labbra
come il tuo primo bacio.
La tenue carezza
del vento
che scompiglia i capelli
è la tua mano che mi sfiora.

Sembra la nascita
di un giorno qualunque…
ma non lo è…
Lo sguardo perso
in un ricordo vicino
già tanto lontano…
una fitta al cuore
serra la bocca
per impedire
a un singulto
di uscire.

Non devono esserci
rumori,
a rompere
questo silenzio.
Taci dunque…
e niente lacrime.
Solo il pianto
di quel gabbiano
abbandonato
è permesso.




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