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dck
Pubblicata il 07/10/2010
Ero seduto su una sedia sghemba
la gente che scendeva per la strada
io, un libro che leggevo, in una mano
e che parlavo al ragazzo del locale

E un verde misto insieme ad un buon vino
poi ancora il libro, le sue pagine in attesa
e poi la carne, rossa, alta e deliziosa

e proprio negli spazi in cui alzavo gli occhi
mi accorsi della finestra, ultimo piano e accesa.

Niente, non si muoveva niente dentro
nè amanti incuranti di altrui occhi
nè scene di adorabile costanza
nè vernissage, nè sangue, niente, nulla

E mi chiedevo "Sarà mai possibile
che mentre ignoro quale sarà la fine
ed ogni giorno ne immagino diverse
in quella luce sia il vuoto più assoluto?"


Io sono serial killer, amante, pacifista
e ancora inutile, normale, strepitoso
modesto e insopportabilmente presuntuoso
e i gatti, la musica, la femminilità che adoro

però quella finestra così imponente e accesa
rivolta l'anima che porto dentro

e mi fa credere persino nell' Amore.
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un finale strepitoso preparato molto bene...

il 07/10/2010 alle 13:53
dck

Ti ringrazio, è un commento prezioso
dck

il 07/10/2010 alle 13:54

E' tutto li in quel credere.... un essenza fondamentale!!

il 07/10/2010 alle 14:27
dck

Sono ottimista di natura (ultimamente, da adolescente era quasi il contrario ...)
E spero quindi che tu abbia fervidamente ragione

Dck

il 07/10/2010 alle 14:47

NOtevole per musicalità metro ed equilibrio che solo le prime cose che mi si sono parate innanzi leggendo, poi dopo, a lettue successive come in uno sterogramma di versi mi si è composta l'immagine di assieme, intensa e personale.
bravo.
Zordoz

il 07/10/2010 alle 15:36
dck

Sì, molto personale
ti ringrazio per i bellissimi complimenti
a struttura, suoni e immagine d'insieme

Dck

il 07/10/2010 alle 16:33

"Ottimista di natura", come scrivi in risposta ad un commento.
Quindi manda via la tristezza e credi nell'amore.
Bella l'immagine della finestra, come spunto da cui (ri)partire: prima la luce accesa che attira l'attenzione (come qualcosa che è ancora lontano, che si può soltanto immaginare, ma che diventa meta dei pensieri); poi le inevitabili domande esistenziali; e ancora un misto di immagini su ciò che potrebbe o non potrebbe essere, un susseguirsi di contraddizioni, come un vagare tra cuore e mente; infine il notare che quella finestra è accesa, l'osservare che è diventata imponente, quindi come se avesse acquisito la capacità di contenere tutto (a differenza dell'inizio che invece sembrava non contenere nulla) e sopratutto il prezioso dono di "credere persino nell'Amore" (nella parola "persino", forse sbaglio, ma ci vedo una sottile ironia).
Scusa se mi sono dilungata, ma è un capolavoro.
Sei stupendo!
Bacio grande grande.
Alessia

il 07/10/2010 alle 21:27
dck

Più che ironia, è un mistero assoluto.
Ti ringrazio, tanto
sopratutto della forza che mi infonde la seconda riga del tuo commento
E quindi ricambio il bacio grande grande
Dck

il 08/10/2010 alle 10:24

Nulla da fare, hai la parola scolpita nell'anima.

il 13/10/2020 alle 10:24
dck

grazie, Arlette, grazie davvero

il 17/12/2020 alle 08:20

eppure sono passati più di 10 anni, e le poesie vere sono vive, cambiano con noi, ho riletto questa tua e mi sono emozionato, davvero, ha qualcosa di religioso, la via è la nostra vita, confusa e sconclusionata, piena di desideri, aspirazioni, fallimenti, c'è una luce all'ultimo piano ma non si vede nessuno, ma la luce c'è in quella finestra enorme ergo...Cos'è quella luce se non la nostra speranza, se non Dio, o la pace, il riposo, la nostra casa, chiamiamolo come vogliamo....Mi hai fatto pensare a Kafka, tipo "il castello", l'anelito è quello, solo che lo hai detto col cuore del poeta....Un abbraccio carissimo, buon anno

il 01/01/2021 alle 12:55