Ritiro il biglietto e mando il borsone,
per essere più libero, almeno nei movimenti,
e passo,dopo una breve fila,dall’altra parte,
quella degli imbarcati (nel senso tecnico della parola!).
Il poliziotto è duro e meticoloso;
dà uno sguardo a me ed uno al passaporto;
poi si insospettisce e consulta un grosso libro;
sarà per vedere l’origine dei suoi e dei miei mali,
o è un ritorno alle radici comuni
o non è sicuro di se come non lo sono io!
E’ proprio vero!
Gli esami non finiscono mai e sono reciproci.
Poi sotto un arco, ma non di trionfo;
solo per dimostrare che non si hanno cattive intenzioni,
né armi o su di lì.
Sono quasi il primo a prendere
il “boarding pass”(carta d’imbarco)
e mi concedo il lusso di fare “shopping” anch’io:
tre bottiglie di vino a trentasei euro:
lo chiamano “duty free”!.
Devo dirlo a mio suocero che il vino lo produce
ma lo vende agli amici per ricavar le spese.
Resto in attesa.
L’uscita ventuno ci immette in un corridoio
che porta direttamente sull’aereo:
un fuso immenso e ricco di colori e di poltrone.
continuaq..ninomario scotece
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