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Pubblicata il 16/09/2010
Eri malinconico canto. Sottile
lastra di vetro dai complessi riflessi.
Trasparente quanto ruscelli preistorici.
Dio m'affidò le tue chiavi. Ma correvo
e schiacciavo incosciente. Stonai,
mandai in mille frantumi, sporcai
le onde leggere. Poi mi voltai
ed era già tardi. Giacevi
riversa in manicomi
e cimiteri isolati.
Sorridendo ancora
fra organetti cristalli
e schiuma gentile
sopra brodo di
ruggine.
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