Dai tetti fecondi cade
un laterizio alla volta celeste
si fracella sulla possente
carlinga degli aerostati
nel migliore dei casi, altrimenti
viene golosamente risucchiato
dalla solita ninfomane di tornado
i muratori lo sanno da lustri
strappando dai loro sepolcri
la rada peluria superflua
ma l'omertà, in taluni frangenti
è nota fin nei bassifondi
e nelle alte sfere intente a rivoltare
la questione come birilli in gommapane
mentre un altro laterizio scivola
verso luccicanti oboli d'oblio
con il suo sacchetto fedele
di detriti deteriorizzati
d'ultima generazione, quella
passata per il rotto della cuffia.