Vento
che d’autunno scompigli
le improbabili capigliature
di donne sempre più tristi,
corri da me.

Ho una preghiera da sussurrare
alle tue orecchie ormai vecchie,
ormai stanche,
clandestine in un mondo
senza pazienza né fantasia.

I miei capelli cadono lunghi
sulle mie spalle sempre più deboli.
I miei occhi un tempo azzurri
piangono giornate ormai passate,
istanti sbiaditi e lasciati cadere
nel buio della mia memoria.

Corri vento,
corri da me,
tua infedele e bugiarda compagna
di una vita passata a scappare.

Corri da me,
non lasciarti spaventare
dal mio aspetto gentile.
Sono un´ingorda, egoista e invadente,
sono ciò che ho sempre odiato in mia madre.

Sono una vecchia dall’anima arida,
l’immagine sbiadita e storpiata della bambina che ero.
Di quando amavo raccogliere i fiori,
correre tra le spighe di grano
contare le stelle del cielo.

Ho una preghiera da sussurrare
alle tue orecchie ormai stanche,
mio fidato e fedele compagno.

Quando l’autunno tornerà
tra la malinconia della nebbia e delle foglie appassite,
non scappare dalle vie di questa città.
Fermati un istante ad ascoltare.

Sentirai la voce di una bambina,
ti chiederà di indicarle la strada di casa.
Abbi pazienza, con lei
che per tanti anni non ne ha avuta per nessuno.

Sii gentile, mio fidato e fedele compagno,
portala via con te.
Accompagnala in un campo di grano
dove possa raccogliere i fiori
correre tra le spighe dorate
e alla sera lasciala contare le stelle del cielo.

Quando si addormenterà
te ne potrai andare.
Non temere, sarà al sicuro.

Guarda il suo viso
è così che tu mi dovrai ricordare.
Come una bambina
che ha finalmente capito
quanto è bello sorridere.