Anche agli stragisti danno, prima o poi, la libertà
vigilata. Nelle tue parole intravedo una speranza.
Io posso darti solo parole: accogli la speranza del
tuo cuore, che è speranza certa, e non basarti
troppo su quella che ti danno gli uomini perché
spesso è molto deludente; voglio dire prendi la
forza da dentro di te e piano piano, passata la pena
potrai alzarti in piedi e dire la tua con parole ed atti
coerenti al tuo vero sentire dentro.
Ti abbraccio con affetto.
Vincenzo
E' un cuore di mamma che ha letto il tuo scritto...un cuore che in questo momento regalerebbe parte della sua vita per poterti ridare fiducia in te stesso e nel mondo che ti circonda.....sento la tua sofferenza e soffro con te.....e per te rivolgo la mia preghiera a quel "DIO" che tutto vede e tutto può affinche ti doni un pò di serenità.
Fraternamente ti abbracio.....GABRIELA.
Nella vita tutti si chiudono delle porte dietro di sè; in carcere queste "porte" diventano troppe e troppo chiuse, per cui quei suicidi che possono essere sintomo di malattia per alcuni, o delle condizioni delle carceri stesse per altri, per me sono rapporti che non ce l'hanno fatta a sostenere la dura e cruda realtà, io penso che se vogliamo sostenere quelle vite difficili dovremmo sostenere quei rapporti difficili. Grazie.