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Pubblicata il 16/06/2010
Mani sole e piccole,
che guardi il mondo
con le mani
che scivolano
sui corpi dei tuoi figli.
Una vita sola non basta
a scontare la sorte
che ci è capitata.
Non finisce più questa storia
non ne abbiamo la forza,
il sole tramonta e sorge
e ancora una figlia
è messa in croce.
La carta del giudice
parla parole di
fitte al fianco, da svenimento.
Io dopo, non ci sono più stata
non c’ero mai stata prima.
lo sapevo già,
che prima o poi
sarei scomparsa,
come non ero mai campata.
Al dolore mio ero abituata,
a quello delle mie creature
preferivo morire ammazzata.
Non lo potevo neanche pensare.
Ed ammazzata morii
quella notte, cercata,
la notte guarii
tutti i miei mali
con la candeggina
che mi bruciò la carne.
Non c’era l’assistente sociale
quella notte,
e l’assessore che mi promise il lavoro,
neppure,
quelli della casa-famiglia
che non avevano i soldi
non li ho visti quella notte,
neanche il prete con
i suoi vestitini usati
si è visto.
Mentre la carne mia bruciava
e mi contorcevo
pensavo solo che la mia storia, forse,
le avrebbe fatte stare meglio
le mie creature, forse
qualcuno si sarebbe scosso
e le avrebbero dato le cose
che io avevo chiesto
da quando ero nata.
Forse senza me in giro
sarebbero stati più mamma
e più papà,
del resto che campavo a fare
ormai.
Non mi sarei più dovuta pentire
dei miei errori
e non avrei sbagliato più,
finalmente.
Potevo morire
e sperare
che loro campassero
meglio di me,
più di me.
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Ho letto, riletto e lo farò ancora, per capire fino a che punto l'uomo, sedicente evoluto, è capace di restare inerme e inerte di fronte a tanta ignominia.
Dico da anni che bisogna cambiare libro e non pagina di uno stesso libro ma pochi capiscono e pochissimi condividono.
Io partirei immediatamente dai casi appena descritti e da chi da sempre soffre senza avere mai sollieco.
Sono con te, con voi e non smetterò esserlo.
Un abbraccio
ninomario

il 16/06/2010 alle 12:47

terribilmente vera e assurda nel nostro "civilissimo mondo".
ciao eos

il 16/06/2010 alle 13:37

Sento necessario rendere visibili le storie delle persone, soprattutto quelle che facciamo fatica ad accettare che esistano qui accanto a noi; poi ognuno fa quel che meglio crede. Grazie!

il 16/06/2010 alle 21:50