PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 26/05/2010
Ti chiami Nuccia e poi non so
hai chiari occhi liquidi
e ancora rossetto rosso Jungla
nails posticcie con strass di brillantini
un pronto sorriso di denti che non sono tuoi.
Di scandali tuoi invece
ne sono ancora tanti stesi al sole
o all'ombra di roventi desideri
sul red carpet di un sagrato
bruciava ai tuoi passi,
si sa che i peccati hanno la memoria lunga
molto più della redenzione e del perdono.
Io ti ho incrociata che già non era sole pieno
ma un caldo tramonto che non si rassegna
quando tutti i ricordi non ci stanno nella mente
qualcuno sfugge e degli altri qualcuno ne manca
ho guardato nei tuoi occhi
come qundo si crede che ormai siano il riposario dell'anima
e mi sono fatto guardare tragurdando
con gli adesso dell'imbarazzo di una adolescenza
impolverata d'anni e tremori della mano
senza le mutande dell'inganno virile.
Non capivi ma sorridendo ti, mi, prendevi in giro
sorridevi del tuo cuore che mi confessavi palpitava
e del mio turbamento che mi indovinavi
oltre la maniera.
Oggi non ricordi tra tutto quello che non hai più
di avermi stretto la mano
e di avermi fatto cantare per te
la canzone dell'amore perduto..

L'Alzheimer è un padrone esigente, ti perde
in un riflesso di specchi e ti lascia solo polvere di luce.
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Questa lirica mi ha profondamente colpito.
un'attenta introspezione di una persona che a causa della malattia ha perso lucidità e ricordi.
Un rivisitare il suo passato e un presente infinitamente triste

il 26/05/2010 alle 19:44

sorprendente!
è tutto ciò che riesco a dire.
Lascio agli altri gli articolati e approfonditi commenti. So solo che ti leggo da anni..ci teniamo a debita distanza...rispettosamente..
ma questa mi ha strappato dalle mani un pensiero che tu mi regalasti anni fa.."ma quanti registri hai, anna?" be'..questo tuo registro fortemente umano e descritto con mirabile maestria mi ha lasciato senza parole..tutto qui, non so e non mi riesce di dirti altro...Grazie Sergio.

il 26/05/2010 alle 21:53

Difficile per me commentare. Tocca l'anima. Suscita sensazioni. Una storia vera che hai saputo trasmettere con questa poesia.
Mi ha emozionato assai nel leggerla
Fabio

il 26/05/2010 alle 23:09

Un passato che il la malattia fa diventare sempre più diafano.. Sono contento che le mie parole ti abbiano raggiunto.
Zordoz

il 28/05/2010 alle 05:24

Cara Anna, è da anni , si che ci leggiamo .. ed apprezziamo, ed il tempo sciornia le sue litanie a cui noi rispondiamo come sappiamo e come possiamo. Non so se la sitanza tra noi è debita e rispettosa probabimente è solo la contingenza del nostro pregrinaggio tra versi e incombenze ..
Sono io che ti ringrazio per le tu parole puntuali ed apprezzate.
Sergio

il 28/05/2010 alle 05:30

Ed io non chiedo di più ai miei versi.
Grazie
Sergio

il 28/05/2010 alle 05:30

Sono lieto che il tuo interesse per i miei versi duri e rimanga ancora capace di meraviglia e di interesse a comprendere, la consapevolezza poi poi è un dipiù che non so se merito.
Zz

il 01/06/2010 alle 13:42

L'alzheimer ,è una malattia degenerativa che rende le persone dementi.
Nel 1901, il dottor Alois Alzheimer,
uno psichiatra tedesco, intervistò una sua paziente, la signora Auguste D., di 51 anni. Le mostrò parecchi oggetti e successivamente le chiese che cosa le era stato indicato.
Lei non poteva però ricordare.
Inizialmente registrò il suo comportamento come "disordine da amnesia di scrittura", ma la signora Auguste D. fu la prima paziente a cui venne diagnosticata la malattia di Alzheimer.
(cenni di questa malattia)
Poesia ben scritta.
Gradita.
Dora

il 23/06/2010 alle 20:15