Oggi sognerò di volare.
(Il Corvo resterà a guardare.)
Volerò dove nessuno lo può fare,
oltre quest’imperfetto cielo,
lì dove ogni mia pena
germoglia in fiori blu.
In alto, tanto in alto e forse anche più su
che smarrirò la rotta per cadere.
Tutto mi sembrerà banale a quell’altezza
ad eccezione dell’accogliente immensità
che c’è dove la vita è amore e niente più
e la tua gretta cattiveria,
aspro veleno che ti corrompe il petto
se un sentimento mai te l’ha scaldato,
una stizzosa zecca apparirà
gonfia di quell’oscura ottusa ostile tua stupidità
che vittima ora t’eccita a carnefice
e poi di nuovo, e ancora,
pena che chiama pena,
finché la nera fiamma non ti consumerà.
Lì capirò che a tutto c’è rimedio,
che il male affligge solo se lo voglio
o è pane che fa crescere il mio cuore
e quello che ho patito non lo restituirò.
E tu!
Perché lo fai?
Che cielo aneli?
Cosa ti ha ucciso dentro?
Corvo pietoso, che gracchi invano
se il sole sorge solo al canto del fringuello.