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Pubblicata il 03/02/2010
barbaro stava,
con la sua voce d’adulto
nel corpo bambino.
barbaro andava col padre e col vino,
in ginocchio, la sera, davanti al lettino,
l’odore era grasso e la paura più forte.
papà al mattino tremava,
papà era il cielo, la luce e la sorte.
papà rideva davanti alla donna senza la gonna,
col seno di fuori nella strada grande.
la rabbia e la vergogna crescevano con lui,
dentro di lui, erano arrivate alla pari del papà.
successe d’inverno, col vento dell’Etna
sul viso freddo, dritto alla carne,
in mezzo alla nera pietra, all’azzurro cielo,
la rabbia parlò.
barbaro stava ed il bastone si alzava,
sembrava il gelo nel cuore,
sentiva lontano l’urlare…
mai più temere, più niente temere,
solo un lento fluire,
un freddo fluire e gemere
di libertà.
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