Nella bella taverna con caminetto acceso è sera, non una sera qualunque.
La poca luce diffusa dalle candele rischiara le persone che in atteggiamenti diversi, mimano le loro confidenze; osservo il controluce filtrante dalla finestra in alto che guarda ad ovest; è il crepuscolo della vigilia di Natale.
L'atmosfera è serena e le voci sono appena sussurrate, come in una promessa.
Il tempo è scandito soltanto dal crepitio del legno acceso.
Il mio sguardo vaga ora qua, ora là, cercando di carpire le poche parole scaturite per l'occasione della vigilia, non mi annoia la scena, contemplo l'insieme della stanza e comprendo che la festa di Natale porta con se le promesse del domani.
Saremo tutti più buoni.
I miei occhi si soffermano su una coppia, sempre in controluce; la giovane è quasi seduta sul bordo del caminetto e portando le braccia ai fianchi della mamma forma un'insieme d'ombra conosciuto da sempre.
Le loro labbra si muovono sommessamente; parlano forse di cose mai dette prima e fermandosi ora qua ora là di queste riflessioni danno ascolto al loro passato come in una luce di sottile argento, dondolando con la testa approvano la loro sincerità.
Come in un amore senza confini mettono le fronti una contro l'altra, le braccia si allargano per richiudersi in un abbraccio molto lungo; quasi interminabile è la stretta che sigilla la loro lunga conoscenza.
Sapere ascoltarsi è un piacere e qualcuno lo sa fare, l'armonia nella semplicità delle cose dovrebbe essere come queste sere di un limpido e freddo inverno.