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Pubblicata il 05/01/2010
L'alabarda del tempio maturò
sotto lo sguardo costante dei giorni
accatastati in pacchetti di settimane
riunite in scatoloni di mesi
ogni dodici scatoloni si festeggiava
con sabba declamanti l'accoppiamento
il fragore dei canti e il gorgogliare
degli intrugli versati dalle ampolle
direttamente nelle gole delle vestali
che in preda a deliri mistici si denudavano
i vecchi druidi non stavano nella pelle
e spesso uscivano a prendere aria
poichè il loro compito non era
di starsene a sbirciare con l'acquolina
e i volti vieppiù paonazzi
fino al magenta ed oltre
ma ben più gravose incombenze
li attendevano da dietro gli altari
come dirigere il flusso dei suoni
che eunuchi producevano battendo
i loro piccoli glandi su strani tamburi
costruiti appiccicando assieme ali
di grandi falene della selva
e variare l'intensità e l'estensione
dei gorgheggi degli arpeggi dei solfeggi
eseguiti da si arcani cantori
che mai contemporanei ebbero
la fortuna d'ascoltare dal vivo, poichè
tutto si svolgeva in epoche e territori
rimasti pressochè inesplorati
fin oltre i nostri giorni
e le generazioni future
i tanto paventati posteri
spero che riscoprendoci intatti
con le nostre primordiali meraviglie
ci erigano lapidi in plexiglass
o almeno targhette commemorative
in vetroresina di seconda mano
ad imperitura memoria
delle nostre impertinenti teste
di cazzo...
( le vestali a questo punto
ebbero un chiaro sussulto.)
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il 05/01/2010 alle 23:39