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Pubblicata il 17/11/2009
Primo Luglio,
Primo Luglio;
Primo Luglio,
Primo Luglio;

Primo Luglio.

Primo, come il bacio che mi hai dato
quando il treno chiamava
Nei ricordi sento l'eco
e rivedo il tuo viso innocente,
con negli occhi il colore del mare
della Francia...

calmo e silenzioso, che accoglieva
una nave straniera,
mentre il cielo all orizzonte
si tingeva di rosso,
rosso sangue:
era un triste presagio del...

Primo Luglio,
alba e tenebra;
Primo Luglio:
forse l'ultimo.
Le mie mani sono gelide,
mentre prego batte il cuore che è...

caldo come il sole che ora spunta
dietro il filo spinato.
Urla il cielo,
geme il suolo quando viene squarciato
Poi il silenzio.
Sta affilando la falce il mio...

Primo Luglio,
alba e tenebra;
Primo Luglio:
forse l'ultimo.
Questo zaino è troppo carico
Chiudo gli occhi e sento il cuore che...

batte sulla pelle del tamburo
che mi chiama al destino.
Sette e trenta:
"Tutti fuori!".
Solo un balzo oltre il ciglio;
sto correndo,
e già cala la falce del...

Primo Luglio,
alba e tenebra;
Primo Luglio:
forse l'ultimo.
Questo zaino è troppo carico
Primo Luglio:
fammi vivere...
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Sai trasmettere emozioni attraverso i tuoi scritti.....bravo Gabriela.

il 05/05/2015 alle 20:31

Grazie, Gabriela, 99 annii fa alle 7:30 am nel settore della Somme si iniziava uno degli spettacoli più allucinanti della nostra storia. Primo luglio 1916. Era una perfetta mattina di sole. Dopo un impressionante bombardamento - il quale venne udito persino in inghilterra meridionale -, i soldati inglesi effettuarono "l'over the top", uscendo dalle loro putride trincee in fitte schiere ordinate. Gomito a gomito... In quel momento le mitragliatrici tedesche iniziarono all'unisono a intonare le loro metalliche preci. "[...]e si videro allora intere sezioni falciate da una mano gigantesca. [...] a migliaia si vedevano soldati gettare in alto le mani e cadere per non più rialzarsi. Gli osservatori inglesi non volevano credere ai loro occhi: speravano che quei soldati stesi a faccia a terra volessero sottrarsi al fuoco, per rialzarsi poco dopo. Ma si dovettero ricredere. Quelle interminabili righe kaki davanti alle trincee tedesche erano cadaveri." (M Silvestri, La decadenza dell'Europa occidentale) Stolcius

il 05/05/2015 alle 21:09