PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 03/11/2009
Ala domenica
subito dopo pranzà
se 'ndava,
un poco a piè e un poco caminando,
a l'osteria de la Belavista.
Là, nel grande giardin, se se trovava con tuti i parenti,
noni, none, cugini, sii, tuti quanti insoma.
Nono Carlo jera zà la che el fasseva la partida de boce.
"Nono, nono" corevo a saludarlo..
e lu:
"Ocio, statento, stà lontan che i bocia..."
E 'lora mi vardavo, sconto drio de la steconada,
che i tirava la bocia in alto oltre el redin...
e...toc la colpiva l'altra...
o la fazeva el buso pertera...
Po 'ndavo con l'altra muleria.
Iera tuti scalmanadi,
a tirarse sasseti
e le mame: "No coi scoi che pol 'ndar nei oci."
Parole al vento
tanto nissun le scoltava.
Se zogava a sconderse,
la sesa,
se 'ndava a cacia de sariandole
o se se rampigava pei alberi.
Se iera qualche muleta alora dovevimo zogar al "porton"
o a "papagal che ora xe?"
Mama ciacolava con le altre babe
Papà zogava a scopa, briscola e tresette.
Bicer de vin per i omini
bevandela per le femine
aranciata per noi fioi
frambua pei più pici...
Vigniva l' omo dei pistaci
diese lire per una razion de un otavo...
Dopo vigniva anche quel co la fisarmonica...
e fasseva 'ssai alegria
che se cantava, una drio l'altra, le canzonete triestine.
Verso ora de zena
se fasseva tavolada longa,
le done tirava fora le pignate de aluminio,
quele col covercio che se invidava.
A quei tempi el magnar se lo portava de casa:
sardoni o carne apanada,
iera uso cussì,
casomai se ordinava una piadina de radicio con do ovi duri.
E iera considerà normal se qualchedun 'ndava in cusina
per farse scaldar la minestra, portada de casa naturalmente.
Ogi saria inconcepibile,
ma quela volta
pochi schei, ma tanto cuor...
e, ala sera, se tornava ognidun a casa sua.
No gavevimo fato granchè,
solo passà una bela domenica in compagnia.

Traduzione:
Alla domenica
subito dopo aver pranzato
si andava
un po' a piedi e un po' camminando,
all'osteria "Alla Bellavista".
Là, nel grande giardino, ci si trovava assieme a tutti i parenti,
nonni, nonne, cugini, zii, tutti insomma.
Nonno Carlo era già sul posto a partecipare alla partita di bocce.
"Nonno, nonno" correvo a salutarlo...
e lui:
"Occhio, attenzione che stanno per bocciare..."
E allora io guardavo, nascosto dietro la staccionata,
che tiravano la boccia in alto, oltre il retino...
e... toc... la colpiva
o faceva un buco per terra...
Poi andavo al gruppo dei ragazzi.
Erano tutti scalmanati,
a tirarsi i sassolini
e le mamme "Non con le pietre che possono andare negli occhi."
Parole al vento
tanto nessuno le ascoltava.
Si giocava a nascondino,
a rincorrersi,
si andava a caccia di lucertole
o ci si arrampicava su per gli alberi.
Se c'era qualche ragazzina allora dovevamo giocare al "porton" (mondo)
o al "pappagallo che ora è?"
La mamma chiaccherava con le altre signore
Papà giocava a scopa, briscola e tresette.
Bicchiere di vino per gli uomini
vino con acqua per le donne
aranciata per i ragazzi
e "frambua" (sciroppo con acqua) per i più piccoli...
Veniva l'uomo che vendeva gli arachidi
dieci lire per una razione di un bicchiere da un ottavo...
Dopo veniva anche quello che suonava la fisarmonica...
e faceva molta allegria
perchè si cantava un susseguirsi di canzonette triestine.
Verso l'ora della cena
si accostavano i tavolini per comporre una lunga tavolata.
le donne tiravano fuori le pentole di alluminio,
quelle con il coperchio che si avvitava per chiuderle.
A quei tempi si portava da casa il mangiare:
alici o carne impanati:
era così l'usanza.
casomai si ordinava (a pagamento) una terrina di radicchio con due uova sode.
Ed era considerato normale se qualcuno andava nella cucina
per farsi riscaldare la minestra, portata da casa naturalmente.
Oggi sarebbe considerato inconcepibile,
ma quella volta
pochi soldi, ma tanto cuore...
e, alla sera, ognuno ritornava alla propria casa.
Non avevamo fatto granchè,
solo passata una bella domenica in compagnia.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (2 voti)

sulla scia del bel tempo andato, l'infanzia e le piccole cose, iera bel!
ciao
lilli

il 03/11/2009 alle 16:29
Jul

Dolci tempi di un tempo, quando le piccole cose facevano grandi i nostri giorni...
Un carissimo saluto, Giulia

il 03/11/2009 alle 16:32

dalle alpi,alle piramidi,i ricordi di un tempo che fu sono tutti uguali,che nostalgia!!!tra trenta anni le generazioni che ci hanno seguito avranno le stesse emozioni nel ricordare il tempo passato,o no?stupenda rievocazione del nostro passato e tra virgolette,mi hai fatto rivivere con il dialetto,momenti vissuti a treviso.bella d'avvero fabio.walter

il 03/11/2009 alle 17:45

sei grande per davvero a rispolverare ricordi passati,
mi hai dato una emozione riportandomi ragazzina,
le grandi riunioni familiari a casa mia,perchè la nonna viveva con noi,e quindi tutti i giorni la casa
nostra era piena di figli e nipoti, le grandi tavolate,
tutto quel frastuono mi manca tanto alle volte.
ora tutto è silenzio,a volte non lo sopporto.
per fortuna ho trovato voi amici della poesia,
e questo calore che mi date mi appaga del vuoto.
scusami del commento prolisso, ma la colpa è tua.
buona serata. marygiò

il 03/11/2009 alle 20:28

I ricordi dell'infanzia e il ritrovarsi con tutta la famiglia e con gli amici in compagnia, i giochi,
le tavolate.....sono cose che restano indelebili nella mente e procurano nel contempo gioia e nostalgia dei tempi andati. Il dialetto tuo poi rende tutto un pò magico. Complimenti Fabio.
Un caro saluto, helan

il 04/11/2009 alle 13:11

Tu ti fai capire anche in dialetto caro fabio... avevo descritto tempo fà in una mia... una domenica napoletana e credimi ...hanno tanto in comune. i sentimenti si percepiscono anche dai ciechi e sordi basta il cuore di chi esprime come tu sai fare.annarella

il 04/11/2009 alle 17:21

Grazie Lilli. Si le piccole cose hanno molta importanza. Il troppo stroppia. Addirittura oggi non riesco più a sentire i "profumi" che tempo fa si sentivano.
Ciao Fabio

il 04/11/2009 alle 17:36

Grazie Giulia. Il puro piacere di stare in compagnia, quello era la base di tutto. O forse son io che sto diventando nostalgico.
Abbraccio Fabio

il 04/11/2009 alle 17:39

Certamente. Non esiste una bilancia per paragonare i ricordi nostri con quelli dei nostri genitori o dei nostri figli. Ognuno ha le sue emozioni...
Ciao Walter
Fabio

il 04/11/2009 alle 17:42

Si, Marygiò. La differenza tra ieri ed oggi sta nel fatto che una volta eravamo tanti e tutti assieme, ora si tende ad isolarsi. Inoltre una volta non possedevamo tante cose che oggi invece abbiamo.
Però forse abbiamo perso qualcosa per strada...
Abbraccione
Fabio

il 04/11/2009 alle 17:46

Grazie della tua costante presenza. Cosa c'è di più bello che la famiglia, gli amici e stare in compagnia?
Una volta ci si trovava ogni domenica e "tutti" .
Ora solo a Natale e neanche tutti...
Abbraccione
Fabio

il 04/11/2009 alle 17:52

me piase,bravissimo,ciao cate

il 04/11/2009 alle 18:45

Sono andato a leggere la tua "domenica napoletana"... fantastica!!!!
Hai ragione ci son tante cose in comune, però... Napoli è particolare. Ci vado spesso dal 68 in poi, da quando una mia cugina ha sposato un napoletano doc e si è stabilita lì. Inoltre io sono un patito delle commedie di Eduardo e me le guardo e riguardo spesso e volentieri.
Già che ci sono ti confesso che ho un debole per l'impepata di cozze , 'o pignatiello, le pizze, la mozzarella di bufala, ecc...
Abbraccio
Fabio

il 04/11/2009 alle 18:47

Quando gli alberi si colmano di mille colori
ci ricordano una infanzia felice.

il 05/11/2009 alle 23:39

E' davvero un bel racconto. Il tuo dialetto è molto musicale, mi piace.

il 18/11/2009 alle 19:12

Contento che te gà piasso, fia del vento. Non era poesia questa mia, solo ricordi in dialetto.
Grazie del passaggio
Fabio

il 18/11/2009 alle 22:42

Grazie. Purtroppo non era poesia, ma solo un ricordo in dialetto. Chiedo venia, ma in questo periodo non riesco a trovare il tempo.
Fabio

il 18/11/2009 alle 22:47

Ogni pensiero da te scritto ,diventa piacevole poesia....è pura gioia leggerti.

il 27/01/2020 alle 19:17

Come già risposto agli altri amici più che poesia è un ricordo del passato.. bello ed irripetibile perché quelle domeniche non esistono più, solo nel ricordo. Ricordare le cose belle che abbiamo avuto è cosa buona non trovi?

il 28/01/2020 alle 01:18