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Pubblicata il 15/10/2009
Spengo il linguaggio dei fiori.
Il sogno della rosa non mi si offre
collocato in altri orizzonti o albe
ma oltre il tuo pugno chiuso e crepuscolo.
Se fossi l’indigeno di queste isole
venderei collanine di parole e conchglie
e costruirei la montagna fossile o la camera delle meraviglie
e pregherei di venirmi a trovare
ogni animale delle maschere
e il mare tra il dire e fare.
Nel rito in disparte
io, l’ infante , succhierei il dito di latte
mi fonderei a te come madre
del toro di bronzo
e delle parole scontente.
Mai danzerei con l’intero villaggio che danza
per simulare una lingua paga.
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piaciuta,ciao cate

il 16/10/2009 alle 10:19