PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/08/2009
L’arsura di questo giorno
ottenebra la mia mente
mentre attorno v’è deserto.
Un gemito delirante
penetrato tra le labbra
pervade le stanche membra.
Solitario, senza meta
il rombo d’una cadillac
squassa il mio cuore ormai triste,
tra dune silenziose che
parean ombre del mortal dì.
Amici di mille sogni
perché v’affrettaste a scorger
senso fra gli umani perigli?
Lor non emiser parola.
Quando il sole sparì di là
la raminga falce avvolse
la terra sanguinolenta,
io salì con loro e partì.
Nubi tenebre e tormenti
s’affollano nel cervello
mentre la strada è il niente
che mestamente mi lasciò
quel dolce profumo di pesca.
O così caro battito
perché non c’eri ne’ sogni?
Ma presto sarai qui con me.
Ho visto tutta una vita
scorrere attraverso gl’occhi.
Tra le luci d’una notte
bastano pochi minuti
per sfinire un vano chiasmo.
Dove sono? Ma ero forse?
Eppure ho visto un luogo
già da tempo conosciuto,
ma pochi divenner molti.
Stanco allor m’addormentai.
Bianche mura chi siete voi
che del mio vagar siete
divenute il limitare?
Una ragazza ci guida
così bella nell’incedere,
rispettosa nello sguardo,
ma che disvela negli occhi
il piacere del peccato.
Ninfa danzante sei per me,
tu rugiadosa lacrima ,
disseta il mio attingere.
Guardo attorno superando
labirinti senza senso,
mille stanze senza uscita.
Tutto qui è così pallido,
la gente mi fissa e ride.
Il nano silenzioso sa
che cerco, tace ma ammicca,
rifiuta le mie domande.
Vecchio col tuo ghigno strano
perché hai preso quel coltello?
Sei così veloce a negar;
non ti porgerò la mano
se pronuncierai il mio nome
bestemmiando tutti i santi.
Ragazza triste, ti prego,
dimmi dove sono loro:
fiori dispersi da giorni,
vagan forse nella nebbia?
Lei china il capo, mi prende
per mano, poi mi sorride,
parla con la voce di ieri
mentre saliamo le scale
del teatro senza farsa.
Legheremo a questa notte
i gemiti d’una vita.
Bambina lo sai conosco
come scioglier le paure;
col linguaggio di due corpi
toccheremo il cielo cara.
Ora bussan al mio cuore,
correrò svelto ad aprire.
Fuori c’è il temporale
mentre il lampo mi rivela
una veste nera e il volto
color de la pece,chi sei?
Tu sei qui per me, lo so già!
Punta il dito verso di me.
Conosco la colpa donna,
ma non ti chiederò scusa!
Se la lama poi si alzerà
non mi tirerò più indietro.
Lo sai: sono parte di te.
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De gustibus, magari e ciò che pensi di ogni cantico della Divina Commedia.

il 19/08/2009 alle 16:41

Capisco, scusa ti ho scambiato per qualcun altro...sai il numero dei troll sotto questo sito è insopportabile ultimamente.
In parte sulla lunghezza hai ragione, ma vedi quello più che altro era il racconto di un sogno assurdo fatto un paio di settimane prima rispetto alla nascita della poesia, motivo per il quale è più che altro un flusso di coscienza spontaneo, anch'io ultimamente preferisco opere corte.

il 20/08/2009 alle 01:35

bloody,trovo questa tua analisi di un sogno-realtà,affescinante,primo perchè coinvolge e secondo personalmente perchè racchiude molti miei scritti se li vai a leggere e quindi dicendoti che sei molto bravo lo dico,presuntuosamente anche a me per il contenuto.walter

il 28/08/2009 alle 04:51

Grazie mille Walter, scusa se ti rispondo solo ora, ma ho avuto vari impegni nonchè un trasloco di mezzo in quest'ultimo mese, appena avrò tempo leggerò, grazie per il commento. Ciao

il 27/09/2009 alle 16:18