E’ venuta la morte
ed ha agitato l’aria tiepida
intorno ai peli trasparenti
delle mie braccia nude.
Aveva le tue labbra
e le pieghe mobili del tuo collo.
Era la morte, eppure ho sentito
sussurrare lieve un buon sorriso.
E quel movimento d’aria: forse
un albero, frusciando,
ha deciso d’adagiarsi brusco al suolo.
“Tendi ancora i tuoi magri muscoli”
ha sussurrato , ironico, l’ alito di vento.
Anche questa volta.
Ed io, nonostante i giochi viziosi della mente,
ho abbracciato forte il sole
a specchio sul vetro lontano d’una casa,
che m’acceca di argento ed oro
l’umido e teso occhio che non ha pianto.