PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 30/06/2009
Al pubblico:

La mia poetica signori è volta ai giovani in modo particolare ai giovani di spirito e a quelle persone che sanno giudicare le apparenze da ciò che le apparenze in realtà comunicano senza palesare il loro messaggio... le mie poesie sono apparenza a guscio, casseforti senza combinazione, per il lettore vecchio e stanco ma groviera per chi sa e vuole vederci chiaro.

Ciò che scrivo è intriso di messaggi, cifrati a volte, troppo palesi altre volte e il linguaggio è quello dei giovani senza paura di essere loro stessi.
La poesia oggi è vecchia, e riflette chi la scrive e annoia spesso il giovane lettore.
La mia poetica invece con tutte le sue forze cerca di portare il lettore giovane e curioso nel mondo poetico con passione, anche senza l'esperienza dei Grandi.
I Grandi li ho studiati anch'io, e li leggo tutt'ora con grande e appassionante rispetto;
spesso inorridisco e infastidisco nel leggere poeti vecchi e logori tirarli in ballo o più sfacciatamente imitarli.
Purtroppo per imitare i Grandi bisogna essere Grandi a loro volta.
Io sono piccolo piccolo ma tanto piccolo, cosi piccolo che i vecchi si sentono superiori.
La superiorità a volte noi giovani la concediamo.
No! Non mi sto vantando di essere giovane, al contrario, vorrei far capire a quanta più gente possibile che la gioventù non è un stato fisiologico bensì uno stato mentale, come la saggezza e il talento.

Guardatevi siete tutti vecchiardi, nessun giovane!
Guardatevi e inorridite di questo!
State lì seduti con le pance in alto, ombelico sfintere, a guardarmi parlare!
Mio nonno, pace all'anima sua, ha insegnato tutto ai suoi figli e a qualche suo nipote che lo frequentava ammirevole,
ha insegnato ad arare/amare la terra; nulla di più umile e umiliante, ma per sopravvivere questo ed altro. Insegnare l'arte è ben altra cosa, non è da tutti!!! ma è da tutti trasmetterla...e allora fottute lobby poetiche e poetacci maleodoranti in giacca e cravatte listen to me : non caricate di pregiudizi e vanità la vostra arte...poetare è come arare la terra nulla di più, e imparate PRIMA dalla vita dei Grandi e poi sarete grandi a ruota. Mio nonno era un Grande anche solo perchè sapeva usare la zappa meglio di quanto voi sappiate usare la penna...
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La giovinezza è solo una malattia dalla quale si guarisce molto un fretta!
Da quanto hai scritto non sembra proprio che tu ti senta piccolo, anzi!I grandi, come dici tu, tuttavia,non spiegavano mai la loro poetica, scrivevano e basta, lasciavano l'arduo compito ai critici.Siamo tutti dei dilettanti, cerchiamo di dare voce, ognuno come può e come sa, ad urgenze che nascono dall'anima:
" Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa"diceva Cesare Pavese...
ciao
lilli

il 30/06/2009 alle 13:30

se la mettiamo a questo modo... anche dalla vecchiaia (purtroppo per alcuni) si guarisce in fretta ... non so è stato recepito il messaggio...

io mi sento piccolo in quanto so cosa vuol dire pur essendo giovane cosa vuol dire avere un futuro spento in partenza...

e porto la voce dei giovani poeti giudicati inesperti e acerbi costretti ad un eredità di voi poeti della vecchia guardia (per essere buono) che parlate d'amore e di angeli di arcobaleni (per essere riassuntivo).... tutte cose bellissime ma nelle quali noi non ci raffiguriamo più... voi avete la nostalgia di tempi migliori...noi nemmeno quella .... quindi la voce dei poeti giovani a mio modestissimo parere (e lo dico con umiltà credimi non mi sento affatto un grande anzi ... mi sento uo sperimento mal riuscito) dovrebbe essere dagli editori e dai critici presa in considerazione ... la poesia è un bambino dentro di noi che piange... non il vecchio che spira e muore...


ti ringrazio , non voglio battagliare ho le migliori intenzioni

il 30/06/2009 alle 13:44

quando ciò che si scrive è buono, che parli di angeli, d'amore , di astri al tramonto o di bevute di birra o di vino o di altri paradisi.....( i poeti della beat generation erano giovani quella volta.......) (o vuoi che ti parli di Hugo von Hofmannsthal che era già famosissimo a 17 anni)viene preso in considerazione anche dagli editori. certo che un poeta che scrive pensando di ottenere subito il successo ,che forse anche merita, parte già , a mio modesto parere, con il piede sbagliato!.
E poi senza voler minimamente fare la saccente , fossi in te, darei anche un'occhiata alla forma
:-)
lilli

il 30/06/2009 alle 13:56

io sono solo sensibile ai fatti piu di altri... dato che conosco molti poeti qui a venezia e da altre parti molto talentuosi moooooolto piu di me che potrei al massimo fare il critico, ma che ti poetico ha ben poco... e sulla beat generation ci ho fatto una tesi... quindi so quello che dici... è stata una ventata di aria fresca per tutto il mondo! ha cambiato il modo di poetare nei successivi anni... e ha introdotto il reading competition e l'open microphon... che qua in italia c'è solo da quast'anno sottoforma di toreno nazionale di poesia orale (del sono tra l'altro in finale :-P di piu di 500 iscritti)... cmq nn sei seccante anzi... è difficile seccarmi...o cmq provocarmi e che io nn sappia rispondere

graize

il 30/06/2009 alle 14:16

grazie della spiegazione, ma vedi dietro i vari nick ci sono anche persone che hanno un po' di cultura alle spalle e non si fanno impressionare.....so del torneo orale e sono ben felice che tu sia arrivato in finale su ben 500 iscritti, perdo no la tua vanteria ascrivendola alla giovane età ..., auguri edi cuore.
Lilli

Oh, ma con i versi si fa ben poco, quando li si scrive troppo presto. Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta una vita e meglio una lunga vita, e poi, proprio alla fine, forse si riuscirebbe poi a scrivere dieci righe che fossero buone. Poiché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si hanno già presto), sono esperienze. Per un solo verso si devono vedere molte città, uomini e cose, si devono conoscere gli animali, si deve sentire come gli uccelli volano, e sapere i gesti con cui i fiori si schiudono al mattino. Si deve poter ripensare a sentieri in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e a separazioni che si videro venire da lungi, a giorni d'infanzia che sono ancora inesplicati, ai genitori che eravamo costretti a mortificare quando ci porgevano una gioia e non la capivamo (era una gioia per altri), a malattie dell'infanzia che cominciavano in modo così strano con tante trasformazioni così profonde e gravi, a giorni in camere silenziose, raccolte, e a mattine sul mare, al mare, a mari, a notti di viaggio che passavano alte rumoreggianti e volavano con tutte le stelle, e non basta ancora poter pensare a tutto ciò. Si devono avere ricordi di molte notti d'amore, nessuna uguale all'altra, di grida di partorienti, e di lievi, bianche puerpere addormentate che si richiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti presso i morti nella camera con la finestra aperta e i rumori che giungono a folate. E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso.
Tutti i miei versi però sono nati diversamente, dunque non sono affatto versi.

R.M.Rilke I Quaderni di Malte Laurids Brigge"

il 30/06/2009 alle 15:04

vedi cosa deve subire un giovane? accuse di vanteria... quando appena prima ti gongoli della tua cultura e del fatto che nn ti lasci impressionare :-)

grazie non conoscevo questo passo di Rike... ne farò buon uso...

buon giornata

il 30/06/2009 alle 15:21

Mio Padre diceva: Il più Grande è l'ultimo! e(Lui)di terra se nè intendeva.Poi,quasi illuminato,proseguiva:l'ho letto nel Vangelo ed è una Grande verità! Alla quale credo tutt'ora.

Un caro saluto,MauMusiC

il 30/06/2009 alle 16:58

a prescindere dal vangelo è una grande verità

a buon rendere

grazie buona serata

il 30/06/2009 alle 17:27

Vorrei farti un commento, ma per la verità non ho
voglia nè mi sento di voler fare ancora polemica con te, visti i precedenti.
Ti posso dire una cosa però, che hai la parola facile e ti piace molto parlare ed hai un tuo modo
personale di vedere le cose e porti avanti la tua opinione, anche nell'affrontare i lettori che, secondo
te sono tutti vecchiardi, come tu dici, e stanno lì seduti con le pance in alto, ombelico, sfintere, a guardarti parlare!.
Ma per te è normale dire certe cose?.
Andrebbe anche bene ciò che dici, ma non il modo
come lo dici.
Ciao
helan

il 30/06/2009 alle 21:02

cara Helan. queste parole sono state pronunciate da me medesimo durante una serata lerreraria in Venezia .... le parole non sono a caso... benchemmeno le mie... ''al pubblico'' mi rifefisco se noti..

grazie cmq... il vizio di vedere sempre la polemica è anche tuo... :-)

il 30/06/2009 alle 21:07

Veramente io odio fare polemiche, allora decidiamo
di comune accordo, di non fare polemiche e, al
limite di confrontarci, se necessario, da persone civili e ben disposte.
Ciao :-)

il 30/06/2009 alle 21:43

in realtà se mi conoscessi capiresti che persona sono :-) puoi chiedere a ariele57, a poetessa ed altri.... on-line appare tutto molto distorto!

cmq applaudo al tuo accordo che già a mio parere esisteva

il 30/06/2009 alle 21:48

basta rileggere se ti interessa.

ciao buona notte

il 01/07/2009 alle 03:18

Ho letto qualcosa di te in giro prima di fare qst commento, e mi pento di non averti mai letto prima.
Te la cavi e pure bene, tutto molto ironico e divertente, e lo stile e la forma e bla bla bla...

Tempo fa ho lasciato qst sito per il motivo che dici tu... troppi soli, troppi paesaggi... due palle...
oggi sn tornato, perchè ho in testa un certo modo diverso di scrivere, chissà, magari un mese e mi stufo e tornerò a fare il cantastorie.

Però... non mi piace la gente che pontifica come te in questo caso... hai un grande talento, usalo invece di scrivere ste cose, in quanto giuste, a volte un pò superficiali...a mio modesto parere non fai altro che metterti sul loro stesso piano... quello di persone che hanno finito le idee anni fa e si sproloquiano addosso.
E' vero che è utile dare una strigliata a sti morti de sonno ogni tanto, ma ci sono modo migliori per farlo. Non so se ti ricordi, ma c'era gente su questo sito che con una poesia faceva incazzare tutti, staff compreso.
E in quanto a contenuti, spesso, scrivevano le stesse cose che scriviamo altrettanto spesso tu ( da quello che ho letto) e io ( fino a poco tempo fa, e prbabilmente tornerò a fare) e che scrivevano i beat 30-40 anni fa...
L'importante è come dici tu quello che si trasmette... ricordati gente come il vecchio buk, il primo a starsene con la panza all'aria eppure in quanto al trasmettere e contenuti piscia in testa a molti...
per concludere...il fatto che tu l'abbia letta ad un meeting è ammirevole, ma credo che una poesia particolare avrebbe non solo provocato il pubblico, ma umiliato anche, perchè probabilmente pochi sarebbero stati in grado di comprendere quello che dicevi... e qui si trae la soddisfazione, affermando la propria superiorità con i fatti e non con la provocazione spicciola.

P.s. Nel caso ti servisse qui in giro, hai trovato un coetaneo-alleato. ;)
scusami se mi sono dilungato...

salute e prosperità :)

il 01/07/2009 alle 12:04

anche a me spesso hanno detto questa non è poesia... meglio! vuol dire che è qualcos'altro... e cosa c'è di altro se non la poesia che è tutto? sicuramente intendevano qualcosa di sublime!

ma sicuramente no...

cmq trovi giusto quello che hai detto, questa cosa l'ho letta dopo aver letto le mie poesie davanti ad un pubblico di troppo adulti per capirle... che facevano faccie strane ... li guardavo bene negl'occhi e avrei volentieri riso a crepapelle ma volevo restare serio in quel momento... l'ho letta all'open mic e me ne sono andato... era quello che mi sentivo e l'ho scritta sottoforma di lettera prchè la volevo inviare alle loro menti... e sicuramente non mi metto a scrivere una poesia dedicata a loro... non mi viene...

quando invece mi dicono: la tua non è poesia... mi ripeto, lo prendo come un complimento... Buk non era bit, lui non si definiva tale perche la sua non era la solita poesia ... era qualcosa di piu!

o di meno...chissà

cmq ti ringrazio ancor per i tuoi complimenti lusinganti

anche la tua poetica non è interesssante ti ho già notato,

ora se ti va vai su: ''fioridipensiero'' cercando su google, e leggi nella pagina delle poesie cosa è venuto fuori dopo che ho postato le mie.

è divertente :-)

buona giornata compà

il 01/07/2009 alle 13:57