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Pubblicata il 23/06/2009
……ad un tratto vede la siepe

dal lato nascosto

del fogliame del bosco

l’angolo vagamente ottuso

dell’arca e si chiede perché una barca

debba approdare nel suo cortile senza altolà o ronde

e così confonde la radiazione

fossile dell’amico

con il Cave Canem

il suo abbaiare alla duna

con la cruna del cammello

il suo gemello con l’altrui specchio

nero e fondo

il mondo

con la sua emanazione

le parole

con la ruminazione o il rutto

il flutto con la calma piatta

appena increspata dall’arca

(sempre quella)

che lo porta dove nessuno viaggia

dove l’isola guarda l’isola

la fissazione si fissa

e il suo alter ego arriva

all’ancora

o annaspa

non perché non sappia nuotare

il pesce fuor d’acqua

ma perché l’aria è un’altra cosa.
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scusa ,son venuta a rileggerti ,tante mi erano sfuggite ma porgo i miei complimenti all'autore che non mi fa sembrare un pesce fuor d'acqua ,ciao cate

il 30/08/2009 alle 17:50