……ad un tratto vede la siepe
dal lato nascosto
del fogliame del bosco
l’angolo vagamente ottuso
dell’arca e si chiede perché una barca
debba approdare nel suo cortile senza altolà o ronde
e così confonde la radiazione
fossile dell’amico
con il Cave Canem
il suo abbaiare alla duna
con la cruna del cammello
il suo gemello con l’altrui specchio
nero e fondo
il mondo
con la sua emanazione
le parole
con la ruminazione o il rutto
il flutto con la calma piatta
appena increspata dall’arca
(sempre quella)
che lo porta dove nessuno viaggia
dove l’isola guarda l’isola
la fissazione si fissa
e il suo alter ego arriva
all’ancora
o annaspa
non perché non sappia nuotare
il pesce fuor d’acqua
ma perché l’aria è un’altra cosa.