PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/06/2009
Essere seduto sulla riva del canale Lisert mi conforta, niente è richiesto alla mia vecchia mente, devo solo stare a guardare.
Il mio corpo ringrazia.
Il contatto che ho con la natura guardandola in tutti i suoi modi d’essere, mi rivela tutta la sincerità del rapporto maturato con la reciproca conoscenza e schiettezza, che dura dal primo impatto avuto nell’età giovanile.
L’amore con il vento e l’acqua furono immediati; il mare credo di averlo amato da sempre, ma non subito; ci volle del tempo per conoscerci e per essere accettato nel suo immaginario bagnato.
Immergermi con la testa sott’acqua mi ha sempre dato una sensazione d’amplesso amoroso; essere accarezzato in tutte le parti del corpo e capire di essere sostenuto dalla forza del mondo mi dà consapevolezza, che vive in me come non mai.
Con il passare del tempo ho guadagnato la stima degli alberi; gli abeti e i cirmoli e tutti gli altri confratelli sono diventati amici per la pelle.
E’ il tempo passa e accresce in me la comprensione del mondo in cui vivo: sincero, comprensivo e mai mistificatore.
Le sue espressioni anche se qualche volta sono pesanti, non raggiungono mai il tradimento.
Tutto questo beneficio che inglobo nel mio corpo stando all’aria aperta, viene distrutto, macerato, disciolto e schernito dall’informazione dei mass media.
Sono piacevolmente stanco del giorno passato in barca o a pescare da riva; i miei occhi socchiusi sbirciano la televisione, vorrei conoscere cosa è successo durante la mia assenza giornaliera ai miei fratelli.
Una sferzata di suoni disumani dal televisore, mi scuote dal torpore guadagnato in questa giornata di sole all’aria aperta.
Questi suoni prodotti esclusivamente con strumenti elettronici, striduli e volgari, m’invogliano a guardare al passato e cercare con il ricordo le dolci note espresse dai piccoli complessi formati da soli d’archi.
Maledetta civiltà moderna, potessi ritornare alle dolci melodie, sciorinate con gran semplicità dalle molte orchestrine per sedurre i clienti dei caffè.
Non ho più voglia di stare a casa, mi sono messo a camminare verso la Valdirose, ex Rosental, mi fermo in questo caffè-ristorante vicino ad un mini laghetto, ho preso posto fuori sotto una veranda di legno, ammiro il laghetto ricordando che d'inverno si gelava, quante patinate in compagnia di amici su questa piccola superficie e quante risate per un nonnulla.
Il profumo della stampa arriva dal giornale che sto leggendo, seduto su una sedia di metallo dal colore bianco, ascolto con piacere le vibrazioni delle corde sui legni degli strumenti, antichi per nascita, la musica domina la scena, lo stormire di foglie mosse dalla brezza degli ippocastani ed il vociare sommesso dei presenti soggiogano la mia anima tranquilla, il nitrire di un cavallo mi dà il senso del tempo che passa.
Qualche battimano accompagna la fine delle varie canzoni o romanze e tutto ritorna al nuovo nella seguente esecuzione.
Le tende a righe verdi proteggono ondeggiando dal sole precocemente estivo.
La mattina è stupenda.
La carrozza nera del fiacre e la criniera del cavallo mi confondono per la loro semplicità, sempre eguale in ogni tempo.
Per quanto dovrò ancora guardare al futuro?
Non ho più voglia di sapere, devo fermarmi qui.
La carrozza mi è offerta per il viaggio.
Si parte.
Le ruote grandi della carrozza rumoreggiano sull’acciottolato della strada bianca; mi tranquillizzano le ombre degli alberi che lambiscono trasversalmente, la strada è molto lunga e profonda, sembra non finire mai.
Non mi annoia la scena, percepisco il tempo.
Quanto è riposante stare rilassato all’interno della carrozza, i rumori percepiti dalla strada si vanno lentamente spegnendo, i ricordi della dolce musica appena sentita si stanno amplificando in una luce meravigliosa, stiamo entrando in una valle dove non serve più credere, tutto si calma e tace per una presenza che ti avvolge.
I ricordi non servono più, tutto è inspiegabilmente perfetto.
In questa luce inebriante non si ritorna al passato, né tanto meno si concede il bis, la musica è stata servita su un piatto d’argento; sapevo che cos’è il bene e il male, non ho giustificazioni immediate da dare, dovrò riflettere per rispondere, se mi sarà concesso.
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La natura ci rende serena la vita. E l'abbiamo sempre a portata di mano, ma le persone preferiscono correre dietro a fantasmi costruiti. Anche per me l'amore per l'acqua e il vento è stato immediato e immergermi nell'acqua mi da le stesse sensazioni che provi tu. Vivo anche io dove soffia l'amica bora. Per quanto riguarda la parte finale... beh in effetti hai ragione: conviene accettare il viaggio su quella carrozza nera che segna la fine in modo sereno. Complimenti una narrazione che dovrebbe far riflettere a molte persone.
Ciao Fabio

il 20/06/2009 alle 17:20