Si guardano allo specchio
le donne di Kabul
senza la grazia di nessun Signore
urlando tregua
vogliono pace
cappelli a fiori variopinti
collane d'oro
piume di luce fitta
sono stanche
di cenere e solitudine
di piegarsi ai salmi della sera
di sbucciare corpi nudi
rossi di sangue
vogliono andare come prima
in abito da sera
nell'ora del caffè
ad appuntarsi stelle sopra i fianchi
per poi curvare il cielo
gravide d'amore
avere rondini sul tetto
in bocca l'ossessione della pace
fino giù in gola
e dimenticare
il fiato caldo dei lupi
i capezzoli rosati
il latte nero
la prigionia di ogni cosa
che la guerra sia solo un'eco lontana.