PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/04/2009
Osservo una distesa pianeggiante
Cammino,
non penso a nulla
muovo la carne oltre la mente
riesco quasi a sentirlo
l’attimo in cui entro in qualcosa che non esiste
calpesto una terra che non mi sorregge
mentre sprofondo nella pazzia
cammino, arrivo davanti un albero
dinanzi una buca,
d’improvviso esce dal buio una mano
mi avvolge il volto
stringe con forza la mia testa
immagino già di sentire un carck e vedere il mio cervello sparso sull’erba secca
quasi riesco a sentire il profumo del sangue,
invece la mano mi trascino nella buca
e le tenebre mi avvolgono,
mentre la luce si spegne
il giorno scompare
la pianta muore
e tutto ciò che rimane di me
è un guscio di carne e sangue
niente pensieri niente sentimenti
niente odori ne sapori
niente suoni
niente calore
niente freddo
sono morto,nella mia mente si erige una lapide di ferro
una figura nera si avvicina si inginocchia e sputa sul mio nome
se ne va pulendosi le scarpe della mia terra
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Sono molto crudi questi tuoi versi. Certo la morte della mente è quanto di più tragico ci possa essere.
Spero che tu non ti riferisca a te, ma sia solo poesia.

Un saluto
helan

il 29/04/2009 alle 23:15

Poeta! perchè dalla tua visione ne esce un poeta!
nessun commento potrà appartenere alla tua visione... perchè il senso è talmente tuo che ogni espressione esterna sarebbe inappropriata...ma è stupendo cercare di capire un senso a questo tuo pensiero....Grazie di avercelo regalato!
Con tutto il cuore!
Carlosbastos

il 30/04/2009 alle 03:10

vedi caro amico, hai avuto il potere di far uscire anche SBASTOS da un limbo di silenzio...
questa tua è davvero impressionante, una
descrizione dettagliata del tuo incubo...ma non abbatterti...quello che ha sputato forse domani tornerà a lasciarti un fiore..e tu cerca di uscire da quel buco infernale, fuori, qualche volta, c'è il Sole.
con affetto. deamor

il 30/04/2009 alle 07:38