PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/04/2009
Cammino…
Il sentiero è buio davanti i miei piedi…
Luci evanescenti ingannano i miei occhi
Un odore acre mi pervade i sensi
Sento una stretta alla gola
Mi ritrovo disteso a terra
Un dolce calore mi pervade la testa
Sangue caldo mi macchia i lembi di pelle e capelli che penzolano dal mio cranio
Me ne resto sdraiato..
Quasi morto come una statua
Con due facce…
una di pietra
E l’altra di carne…piena di cicatrici…sporca del proprio sangue
Resto a terra…
Meglio… va meglio
Meglio aspettare…
So chi mi ha colpito…
Non lo posso uccidere lo so
Posso solo cercare una luce…
Trovarlo… e vendicarmi
Ma dal suo petto non uscirà ne sangue ne acqua
Ne altro tanto meno…
Perché lui si nutre di noi
Nelle sue vene circola la paura,
la nostra non la sua,
i suoi occhi fiammeggianti ci terrorizzano…
i suoi colpi ci feriscono…
ci frusta come un fantino sprona un cavallo
possiamo correre, fino allo stremo
ma finchè non disarcioneremo il nostro fantino,
lui vivrà in noi
rinascendo in miliardi di forme diverse,
per torturarci ancora.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Porsi delle domande è da animi sensibili,ma torturarsi con i dubbi fa male,anche perchè in alcune circostanzi,qualsiasi risposta ci diamo è sbagliata.
Un saluto da
Plotina

il 29/04/2009 alle 19:05