Vorrei stritolarti in un abbraccio
con le mani immerse nel cemento
con i piedi appesi alle montagne
e pascolare la tua fame
e galoppare il tuo silenzio
vergine dai capelli a cilindro
capra dagli zoccoli a spillo
verde divinità metallica
invadi la mia linfa in un sorriso
e plani dove sbocciano le stelle.
Mia preghiera notturna
sottobosco vespertino di parole
rotolanti, rumorose, fragili
un remo dopo l'altro
sul tuo approdo mutevole.