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Pubblicata il 11/02/2009
solo un tiro, il fumo denso
un'onda ed ecco che traballa
si fa incerto il domani e l'accordo minore,
aperto sulla settima
incerto appunto
un'ode un canto del possibile
il segno dello scorrere e la tastiera picchiata forte
a chieder vita a questa vita senza arpeggi
il cuore a noleggio aggrappato allo scoglio
sgambetti nel trillo lo scoglio che frana
ritmica danza del ballare nell'acqua
sprofondare sapere di saperlo
e sentirsi un gigante
con i piedi nella melma
svettare più alto degli altri
dal putrido giaciglio
sottoscala dorato
incommensurabile afonia
la carità non è di questo mondo
la carità non è di questo mondo
chè io agonizzo, vi scompisciate spaparanzati
sui vostri turgidi falli che sprizzano virilità
ed io solo abbandonato a me stesso
col mio sesso
ambiguo innocuo e goliardico
spiritoso
padrone di me la mia coda
disse il cane che la mordeva
padrone di me i miei denti
disse il vecchio con la dentiera
padrone di me il mio sonno
disse quel tale alla benzedrina
padrone di me il mio sogno
disse il folle poeta
padrone di me un demone
dalle grida afone
che soltanto chiede
di essere ascoltato.
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