Vorrei seguirti in riva ai tuoi segreti,
bagnarmi nel tuo mare di gennaio
complice del tuo errore e del mio errare
grigio di sabbia muta incontro al vento.
Vorrei gridare la mia gioia, forse,
di sogno breve che si perde all’alba
nell’indomani uguale a sempre, ridere
di una liberazione immeritata,
forse, o del nulla; e dov’è la certezza
degli altri becchettare la speranza
e fame rauca di gabbiani, e luce
fioca dell’impazienza di un tramonto.
Io resto a terra, ad ubriacarmi di umile
attesa; vai, dei miei pensieri ignara
e stanca, forse, delle mie parole,
mare di un guscio rotto di conchiglia.