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Pubblicata il 23/01/2009
Cenere alle spalle e vecchie piume
che cadono come bruciate
si perdono sull'acqua corrente
in piccoli rivoli e cerchi
come le ombre del giorno
finito

La nuova creatura
esce dall'acqua lustrale
i piedi sull'erba
i capelli mossi nell'aria
un tenue profumo di terra

Le mani aperte
al sole che sorge nel rito
del giorno nuovo
E occhi stupiti di lacrime
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Jul

Hai creato una bellissima immagine. Brava!
Giulia

il 23/01/2009 alle 20:37
ram

Vorrei vedere, ammirare questa
creatura immaginaria da te disegnata con le parole.
ciao ram

il 23/01/2009 alle 22:00

altamente evocativa...saluti, FP

il 23/01/2009 alle 22:11

Grazie Giulia, sono i suoi occhi che riescono a coglierla...

il 24/01/2009 alle 01:01

Credo sia lo spirito di ognuno di noi quando supera una prova particolarmente difficile e si riaffaccia, bambino, alla vita...grazie!

il 24/01/2009 alle 01:03

I richiami dello spirito hanno echi lontani...grazie.

il 24/01/2009 alle 01:05

Dolce flusso rinascimentale, figura superbamente descritta. Venere che nasce dalle acque. L'araba fenice che risorge dalle sue ceneri. Un mito eterno che unisce presente e passato. Questa tua poesia contiene il pensiero umano di tutti i tempi in un magnifico scenario! Mi piace moltissimo. Un caro saluto. Giorgio PS. Ho gli occhi stupiti di lacrime!

il 24/01/2009 alle 08:46

Se i suoi occhi sanno ancora stupirsi di lacrime, il suo animo sa guardare al fondo delle cose...grazie.
alinya

il 24/01/2009 alle 11:57