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Pubblicata il 22/08/2002
Ermione:

Povero viaggiatore,
votato dal destino
a sogni così dolci,
a destini così crudeli.

Povera chimera,
dolce Astra,
sangue di Ninfa,
cuore di donna.

Ibrida nascita
dall’amore
di una regina delle fate
e di un uomo terrestre.

Stesso destino,
stessa vita,
colpì la donna che disubbidì
e provò sentimenti
a noi sconosciuti.

Stessa sofferenza
per l’uomo che
prima di Perseo
amò l’abitante del crepuscolo,
condannata al sacrificio.

Da un’unione
da noi maledetta,
da tempeste e furori,
da morte e distruzione,
nacque una bambina.

Piccola fragile figlia
del tradimento di un patto,
con un destino già segnato
dal suo cuore mortale.

Non abiterà il crepuscolo,
non vivrà il reale,
le Dame dell’ombra
escono assetate di vendetta.

Sono le custodi di questo patto,
sono gli spiriti della notte,
mai affronto più grande
fu fatto di condividere
la nostra magia
con un mortale.

Il patto:
mai più unione sarà permessa,
la bambina è consacrata
a diventare vittima
dell’oscurità
come la donna che
l’ha portata in se’.

Strano il destino
che ha fatto nuovamente
incontrare anima e corpo,
che ha unito essere magico
con l’uomo mortale.

Dai loro antri bui
le Dame dell’ombra
attirano con voci di tempesta
la dama dagli occhi chiari.

Occhi di cristallo, Astra,
rispondono all’appello
curiosi, ammaliati.
Tu fermati,
non ascoltare le loro voci.

La tua mente è forte,
devi giungere prima dalle Ninfe
prigioniere del Glicine,
là donerai la tua anima
per un triste destino.
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