Mi capita sempre così, all'improvviso. Forse è un odore, una frase, una sensazione.
Certo si apre un sipario che, evidentemente, di norma tengo accostato e il tuo viso mi balza alla memoria scolpito nei particolari: gli occhi grigi, la fossetta sul mento, il sorriso che sapeva essere un po' sornione, quella ruga sulla fronte quando raccoglievi le idee prima di parlare, quella luce negli occhi quando stavi per dire una battuta e prendermi affettuosamente in giro...
Sei stato un padre splendido, la mia roccia, il mio gusto per certe cose della vita, della mente, il compagno di giochi quando era il momento di giocare, l'ascoltatore attento quando cercavo un punto di riferimento, la voce severa quando mi formavi nell'educarmi.
Ecco, sono una donna, sto invecchiando, ma tu sei ancora le mie radici.
E sei ancora le mie ali, perchè sei tu che mi hai insegnato a volare.
Stasera ho un momento di nostalgia, questa distanza incolmabile si annulla nel ricordo...forse l'amore vince anche la morte.
gennaio 1990/ gennaio 2009