Stiamo viaggiando su di una strada battuta
su asfalti folti e polverosi,
cercando sicurezza per il prossimo passo,
soffrendo l’incertezza di quello passato.
Questa polvere mi blocca il respiro,
ma lo sguardo, nel viso, promette caparbio,
sono voce di un fisico che mai firmerà la sua resa.
Attorno a me c’è una folla, ed una ci precede,
non trovai passi lenti, nessuno tentava la vittoria,
ogni sguardo mutava ad ogni passo,
disperazione, speranza, coraggio e follia,
si mescolavano nell’aria.
Se rallentavo i miei passi la folla mi avrebbe trascinato,
mentre se il mio passo si faceva più spedito
la strada si mostrava più incerta.
Ancora non distinguevo se quello era un viaggio
oppure una fuga, e mai più tenterò di scoprirlo,
quando lo feci nel cammino rallentai inconsciamente,
e la folla per poco non mi travolse.
Ripresi il cammino perché fui rialzato da una mano gentile
che nel compiere quel gesto rallentò a sua volta,
Utilizzai le mie forze per rendere a quel gesto gentile,
quei passi più veloci per riprendere il cammino,
continuavo a cercare sicurezze e alla fine le trovai,
le trovai nel non incontrar nessuno di chi ci precedeva,
nel non esser raggiunto da chi ci seguiva,
consapevole di fronte ai miei occhi di percorrere una strada battuta.