Limpidi raggi di luce tra pareti diroccate
come lo sgorgare di acque gelide dalle rocce
socchiudere le palpebre per difesa
rannicchiarsi nell’affetto di quelle pareti
rovistare tra ricordi coperti di polvere
e scorgere tra essi una spinta ad ascendere
trovare tra fogli stropicciati parole sagge
tra mattoni frantumati le tracce di un infanzia
L’odore di stantio a marcarne la lontananza
il percorso di una lacrima sottolinea la mancanza
il suono di una chitarra come un rito ormai perduto
due soli accordi e uno stornello
per strapparmi quel sorriso
Un sorriso sospirato tra pareti ormai disfatte
quella smorfia ritrovata dove tutto quasi crolla
Il desiderio di rivivere ogni singola emozione
lasciata in quella casa che anche oggi di te parla.
La mia mente ha ritrovato tra le mura del tuo regno
quella voglia di ripartire
che tu stesso mi hai insegnato.
Queste lacrime nascoste al mondo
piovono sul tuo viso
impresso in una foto a fianco al mio sorriso.
Ogni tanto vengo qua
tra queste mura ormai disfatte
perché l’uomo che son diventato
avrà sempre bisogno di te
E mentre salto di ricordo in ricordo
ho l’impressione di parlare con te
riesco a scaldarmi dentro al calore
che la tua dimora ancora emana
e nascono frasi, commentano brividi,
raccontano immagini ancora piene di te.