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Pubblicata il 07/12/2008
Rapido flettersi d’onda
sulla baia cospersa
di fanfare e strilloni

Motivi tzigani
dall’emerso livore dei ghiacci
non indosso altra quiete
che la mia stanchezza

Nel fondo cremisi di un fiumiciattolo
sterrato
il dolore dell’ alba
ho rinvenuto

Detersa da malinconia
una goccia s’anima d’argento
ma il bacino è una piaga
nel corpo molle
del disincanto

Al pulviscolo serale
l’ombra si conviene alla roccia
nessuna voce più
neanche un grillo

Levo un pulpito di veglie racconce
alla fatalità d’ogni giorno.
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Jul

Una poesia bellissima che aumenta di tono in tono come un bolero concludendosi con un grido smorzato di lucida malinconia.
Giulia

il 07/12/2008 alle 17:18

Quel passaggio dove l'alba si fa cremisi è straordinario. Il resto quoto il commento dell'amica Jul aggiungendo che è il dolore tuo a rendere malinconico l'aprirsi del giorno.
Un grrrrrrande ciao
Cesare

il 08/12/2008 alle 09:27

bella poesia ed è bello rivederti qua ,la tua voce chiara nemmeno la roccia blocca,un abbraccio ,ci sei mancato nel giro ,ma tutti i frammenti e tu per me se icoriandolo di cielo,bravo fra ,cate

il 09/12/2008 alle 00:53