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Pubblicata il 06/11/2008
Mi accarezza con le unghie, questo sentimento
azzardi continui, apparenze esose
si affannano a risciacquare ogni traccia
come fosse il rossetto del poter essere.

Non con le parole degli amanti
ma ho sussurrato con le dita parole vergini
abbeverando gli occhi di avide emozioni
nutrendo ogni dubbio
bugia, anche il silenzio che difende

Mi impongo il cilicio eppure
non riesco a negare che sia,
seppure avulso alla ragione;
ora dubito di appartenere
ad una eternità di fedele sussiego.

Aggrappato alla grata dei penitenti
sgrano i comandamenti della infelicità
quelli che sono tatuati nell’anima
mi segno con le dita di promesse assolute
nel nome della fiducia, della fedeltà, dell’amore.
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È un verseggiare vivo, sofferto, palpitante.
Lo conduci in maniera quasi viscerale, con la disponibiltà a mettere a nudo il pensiero e il cuore.
Un caro saluto
mati

il 08/11/2008 alle 00:30

In effetti questi veri sono particolarmente sofferti frutto di innumerevoli stesure di cui nessuna mi pareva rendesse merito all'idea primordia.. resterà un incompiuta..
Grazie come sempre per la lettura
Sergio

il 11/11/2008 alle 06:13

L'altalena dell'equilibrio non è un raggiugimento. ma una condanna quasi una colpa da espiare, meglio sarebbe che la vita pendesse da una o dall'altra parte con risoluto cinismo magari, ma quello sarebbe il punto in cui con il compasso deei sentimenti tacciare una nuova rotta..
Io sento che tu leggi con altro che con gli occhi,
grazie
Sergio

il 11/11/2008 alle 06:17

Preziose riflessioni che slanciano il pensiero nei meandri del possibile a metà fra speranza e rassegnazone allo status quo...
Tra le molte, mi tocca questa immagine: "il rossetto del poter essere"...
Un abbraccio!
Axel

il 11/11/2008 alle 21:26

Proprio li a metà strada tra la speranza e la rassegnazione stà il disincanto.
Grazie per aver lasciato un segno
sergio

il 12/11/2008 alle 14:12