Nel tuo impeccabile ed inconfondibile stile comunichi un dolore tangibile, una sofferenza profonda dell'anima come del corpo...
Rendi al Capocomico le ardenti affilate spade e riprendi te stesso, lenisci le tue ferite con miele di favo, lascia gli spettatori a macerarsi nella loro morbosità e inizia un nuovo cammino seguendo l'arco del sole, fermati solo al tramonto .
Con ammirazione
Paride
Versi concisi, quasi fossero stoccate inferte dall'alto del palcoscenico della vita per poi ritirarsi dietro le quinte al cospetto della coscienza.
Un grrrrrrrrande ciao col mio plauso
Cesare
Ho una missione da compiere, caro Paride, non posso ritrarmi, non ne sono più capace. Le spade, le ferite ed il pubblico vorace, sono estensioni di me stesso: come potrei vivere senza? Un giorno, non lontano a venire, il Capocomico mi spiegherà la parte che ho interpretato in questo teatro, mi dirà di sedermi alla sua destra e mi offrirà pane azimo e vino o sette vergini e latte di capra o, ancora, mi chiederà in cosa voglia reincarnarmi: "in un delfino", risponderei. Un caro saluto. Marcello Caloro (giù la mashera).
Vorrei tanto stendermi su un tappeto di giunchi, in riva ad un fiume quieto, all'ombra di un cipresso, attorniato dal canto dei grilli, mentre una farfalla si posa sulle labbra e così addormentarmi: cullato dal niente che per me è tutto.
I tuuoi versi hanno quella grande capacità di entrare in un labirinto ed in ogni sala trovi dei murales che descrivono frammenti di storia.
Caro Marcello, cerca di rimarginare le devastanti ferite che hai sulle pareti del cuore!
La vita ti offre sempre delle oppurunità, coglile.
con affetto.
Dora
Pare che qualunque opportunità mi riconduca sul palco. Sarò dunque il giullare delle Regine e lo spauracchio dei Re. Istrione involontario, pagliaccio istintivo. Grazie, Dora, un bacione.
E' bello conoscere il tuo nome, Vincenzo. In realtà più che cammino, sono i primi incerti passi. Di positivo c'è la presa di coscienza dell'ineluttabilità con cui gli avvenimenti accadono; non siamo artefici della nostra vita, variabili indipendenti sono sempre all'agguato. Con grande affetto. Marcello.
E' una bellissima metafora dell'esporsi alla vita ed ai suoi avvenimenti con coraggio sapendo di rischiare.
Ciao, Jul
Vorrei tanto crederlo: ho esperienze personali che contraddicono quanto asserisci. Sono una sorte di catalizzatore d'eventi, tutti molto simili tra loro, che mi addolorano. Ciao, Vincenzo.
La vita deve essere vissuta, così come si presenta. Il coraggio centra poco. Un bacione, cara Jul.
Sempre molto gradita la tua attenzione. Un abbraccio. Marcello.
Sofferenza atroce e consapevole
Non c'è resa ma solo l'oggettività del dolore
Terribile, Orco
smack
liz
Uno scritto molto intenso e tragico, un dolore palpabile che s'addensa nella lettura e coinvolge e commuove.
Un abbraccio, mentre vorrei nfonderti coraggio...
Axel
Uso a farsi camminar coi tacchi a spillo sul cuore, è destino o libera scelta? Ciao, Liz, bacione. Marcello.
La tua partecipazione lenisce il dolore, credimi. E' importante sapere che si è compresi. Un grato abbraccio. Marcello.
E' da tempo che vivevo in un eremo sul monte, ora sono a valle a narrarvi (non che Dio è morto) che l'uomo è tornato ad accettare il suo destino con rassegnazione consapevole. Grazie di tutto.
Magari, visti i tacchi a spillo, anche un po' sadomaso..
o forse solo autolesionismo... fatto sta che la tua mi ha rattristata parecchio
SmackconabbracciograndecomeunOrco
liz
Hai ragione..giù la maschera..lasciati guardare..per chi saprà vedere..ary.
I più guardano ma non osservono; prendono ma non danno, disattenti ed egoisti mi sono estranei anche se noti: una forma di autodifesa ora necessaria. Grazie e un caro saluto. Marcello.