PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/11/2008
Lunghe lame
affilate
affondo accorto

Unico alimento
sapido
offerto opimo

Da spettatori
intenti
a divorarmi

Sul palco
nudo
mostro ferite

Ampie fenditure
purulente
enfie d’odio

All’ipocausto
accosto
sporgo la spada

Alfine affondo
lieto
cautero sin al cuore

A rimarginar
devastanti
ferite letali

A sipario tirato
grato
mi rendo al Capocomico.
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Nel tuo impeccabile ed inconfondibile stile comunichi un dolore tangibile, una sofferenza profonda dell'anima come del corpo...
Rendi al Capocomico le ardenti affilate spade e riprendi te stesso, lenisci le tue ferite con miele di favo, lascia gli spettatori a macerarsi nella loro morbosità e inizia un nuovo cammino seguendo l'arco del sole, fermati solo al tramonto .
Con ammirazione
Paride

il 05/11/2008 alle 13:33

Versi concisi, quasi fossero stoccate inferte dall'alto del palcoscenico della vita per poi ritirarsi dietro le quinte al cospetto della coscienza.
Un grrrrrrrrande ciao col mio plauso
Cesare

il 05/11/2008 alle 15:55

Ho una missione da compiere, caro Paride, non posso ritrarmi, non ne sono più capace. Le spade, le ferite ed il pubblico vorace, sono estensioni di me stesso: come potrei vivere senza? Un giorno, non lontano a venire, il Capocomico mi spiegherà la parte che ho interpretato in questo teatro, mi dirà di sedermi alla sua destra e mi offrirà pane azimo e vino o sette vergini e latte di capra o, ancora, mi chiederà in cosa voglia reincarnarmi: "in un delfino", risponderei. Un caro saluto. Marcello Caloro (giù la mashera).

il 05/11/2008 alle 17:00

Grazie, Cesare, grazie di cuore. Marcello.

il 05/11/2008 alle 17:03

Vorrei tanto stendermi su un tappeto di giunchi, in riva ad un fiume quieto, all'ombra di un cipresso, attorniato dal canto dei grilli, mentre una farfalla si posa sulle labbra e così addormentarmi: cullato dal niente che per me è tutto.

il 05/11/2008 alle 17:09

I tuuoi versi hanno quella grande capacità di entrare in un labirinto ed in ogni sala trovi dei murales che descrivono frammenti di storia.
Caro Marcello, cerca di rimarginare le devastanti ferite che hai sulle pareti del cuore!
La vita ti offre sempre delle oppurunità, coglile.
con affetto.
Dora

il 05/11/2008 alle 17:35

Pare che qualunque opportunità mi riconduca sul palco. Sarò dunque il giullare delle Regine e lo spauracchio dei Re. Istrione involontario, pagliaccio istintivo. Grazie, Dora, un bacione.

il 05/11/2008 alle 18:39

E' bello conoscere il tuo nome, Vincenzo. In realtà più che cammino, sono i primi incerti passi. Di positivo c'è la presa di coscienza dell'ineluttabilità con cui gli avvenimenti accadono; non siamo artefici della nostra vita, variabili indipendenti sono sempre all'agguato. Con grande affetto. Marcello.

il 05/11/2008 alle 19:25
Jul

E' una bellissima metafora dell'esporsi alla vita ed ai suoi avvenimenti con coraggio sapendo di rischiare.
Ciao, Jul

il 05/11/2008 alle 20:43

sarò breve è bellissima,saluti

il 05/11/2008 alle 20:58

Vorrei tanto crederlo: ho esperienze personali che contraddicono quanto asserisci. Sono una sorte di catalizzatore d'eventi, tutti molto simili tra loro, che mi addolorano. Ciao, Vincenzo.

il 05/11/2008 alle 21:27

La vita deve essere vissuta, così come si presenta. Il coraggio centra poco. Un bacione, cara Jul.

il 05/11/2008 alle 21:31

Sempre molto gradita la tua attenzione. Un abbraccio. Marcello.

il 05/11/2008 alle 21:33

Sofferenza atroce e consapevole
Non c'è resa ma solo l'oggettività del dolore

Terribile, Orco

smack
liz

il 05/11/2008 alle 21:53

Uno scritto molto intenso e tragico, un dolore palpabile che s'addensa nella lettura e coinvolge e commuove.
Un abbraccio, mentre vorrei nfonderti coraggio...
Axel

il 05/11/2008 alle 22:00

Uso a farsi camminar coi tacchi a spillo sul cuore, è destino o libera scelta? Ciao, Liz, bacione. Marcello.

il 06/11/2008 alle 07:30

La tua partecipazione lenisce il dolore, credimi. E' importante sapere che si è compresi. Un grato abbraccio. Marcello.

il 06/11/2008 alle 07:33

E' da tempo che vivevo in un eremo sul monte, ora sono a valle a narrarvi (non che Dio è morto) che l'uomo è tornato ad accettare il suo destino con rassegnazione consapevole. Grazie di tutto.

il 06/11/2008 alle 07:42

Diciamo una via di mezzo

Smack Orchino

liz

il 06/11/2008 alle 10:14

Magari, visti i tacchi a spillo, anche un po' sadomaso..
o forse solo autolesionismo... fatto sta che la tua mi ha rattristata parecchio

SmackconabbracciograndecomeunOrco
liz

il 06/11/2008 alle 10:42

Grazie, davvero grazie di cuore. Un caro abbraccio.

il 06/11/2008 alle 16:07

Hai ragione..giù la maschera..lasciati guardare..per chi saprà vedere..ary.

il 24/11/2008 alle 16:29

I più guardano ma non osservono; prendono ma non danno, disattenti ed egoisti mi sono estranei anche se noti: una forma di autodifesa ora necessaria. Grazie e un caro saluto. Marcello.

il 24/11/2008 alle 19:19