Gonàr:
Astra,
il tuo nome degno di questa
bellezza triste
di questi occhi
consumati in pianto.
‘Tieni la tua mano a freno’
chi parla al mio orecchio?
‘stai lontano dalla donna’
sei solo polvere nel vento,
lei è sempre stata
destinata a me.
‘Menti, forse dalle leggi
delle creature di questi boschi
ma il suo volere è un altro,
te lo dimostrerà’
Lo so, lei piange l’amore,
ed amore io sono venuto
a portarle
per darle nuova memoria,
una memoria
senza il tuo nome.
Guarda quasi l’ho raggiunta,
addio cavaliere,
lascia che i vivi amino,
ritirati nell’ombra,
che il buio ti accolga.
La morte
è il tuo destino
vano il sacrificio,
lascia che lei
parli con chi ancora vive.