L'uomo si svegliò dopo un sonno profondo, o forse un'anestesia. Non appena aprì gli occhi vide il cielo azzurro e limpido sopra di lui. Era sdraiato su un manto verde perfettamente tagliato. I palmi della mano toccavano l'erba morbida. Dopo aver fissato per qualche secondo il cielo, ancora intontito si alzò col busto appoggiandosi coi gomiti al terreno. Si guardò in giro e pensò di essere in una sorta di giardino, un po' particolare. Non capiva se fosse uno spazio libero o recintato, sembrava immenso.
Si portò in posizione eretta e solo in quel momento si accorse di essere completamente nudo. Di scatto girò la testa in tutte le direzioni per vedere se ci fosse qualcuno ad osservarlo. Corse verso un albero vicino e si nascose dietro continuando a guardarsi attorno. La prima cosa che notò fu una casetta di legno poco distante da lui. A fianco, in un'area non molto grande e recintata, alcuni animali di diversa specie brucavano l'erba tranquillamente. Asinelli, pecore, mucche e galline. La sua vista si concentrò su quegli animali. Ma gli sembrò di vederne altri. Non lontano dalle bestie molti alberi da frutto spiccavano imponenti. In un altro angolo del giardino, se si poteva parlare di angolo non conoscendone la forma, quello che sembrava un negozio di abbigliamento attirò la sua attenzione. Con l'espressione stupita l'uomo pensò al perché un edificio del genere si potesse trovare lì. Dopo aver osservato di nuovo il suo corpo nudo, l'uomo si avvicinò camminando spedito verso il negozio, sempre guardingo. Una volta arrivato di fronte vide che era aperto ma dentro nessuna anima viva. Curioso, entrò lentamente e cominciò a passare in rassegna tutti gli scaffali per cercare qualche vestito con cui coprirsi. Dopo averne scartati un po' si infilò una camicia a quadri e dei pantaloni beige. Si specchiò diverse volte per verificare la taglia e uscì. In un altro lato del giardino, una piscina interrata gli fece stropicciare gli occhi. Era piena d'acqua e sembrava pronta all'uso. Vicino, un chiosco tipico da spiaggia era pieno di ogni ben di Dio. Nella parte opposta a dove si trovava e a dove si era svegliato, c'era un palco con diversi strumenti musicali e amplificatori. Camminò sempre accorto e arrivato davanti al palco osservò la struttura. Il silenzio avvolgeva la sua testa e solo il vento leggero faceva rumore nell'aria. Sul palco, prese la chitarra e provò a suonare. Non si stupì di vedere che funzionava e dopo aver strimpellato qualche nota la posò. Provò il microfono e cominciò a parlare.
"Hey, c'è nessuno? Dove mi trovo? "
Nessuno rispose alle sue domande e da sopra il palco continuò ad osservare lo strano giardino.
Dopo aver camminato per centinaia di metri, un po' stanco e nervoso, i suoi occhi si trovarono davanti una recinzione di ferro alta almeno cinque metri con le sbarre cilindriche distanti pochi centimetri l'una dall'altra. La recinzione separava il giardino da una distesa che gli appariva infinita fatta di campi e vegetazione e ruscelli. Gli animali correvano liberi.
L'uomo tornò sui suoi passi e camminò ancora per centinaia di metri. Il sole cocente lo fece sudare intensamente e si fermò un attimo per togliersi la camicia. La usò per asciugarsi la fronte e la legò in vita quando si accorse di un codice a barre che sembrava tatuato sul polso. Restò con lo sguardo assorto per pochi secondi poi riprese il cammino. Attraversò tutto ciò che aveva già visto e anche quello che non aveva ancora incontrato. Vide edifici di dimensioni diverse e gli sembrò di scorgere persino un Luna Park. Ad un certo punto, esausto, si trovò dinanzi ad un albero altissimo col tronco largo almeno due metri. Non riuscì a quantificare la misura ma di sicuro era l'albero più alto che avesse visto. Intagliati nel tronco c'erano dei gradini per raggiungere la cima e guardando attentamente notò una cosa assurda. Sui rami, che sporgevano fitti, i frutti appesi erano diversi. Mele, pere, banane, pesche, cachi, fichi e molto altro. Rimase incredulo ad osservare e non credeva a quello che i suoi occhi vedevano. Si chiese come fosse possibile che esistesse un albero di quel tipo. Non appena pensò a quella domanda una voce lo fece sobbalzare.
"Interessante, vero?"
"Chi ha parlato?" Disse l'uomo leggermente impaurito.
La voce continuò.
"Non puoi vedermi, ma io si...Ho tanti nomi...Forse quello che mi piace di più è...Creatore.
L'uomo guardò in cielo.
"Sei Dio?"
"Qualcuno, da qualche parte, una volta mi ha chiamato anche così. Ma preferisco creatore..."
L'uomo domandò sicuro.
"Dove mi trovo? Sto sognando o sono morto? O tutt'e due? "
"Non stai sognando e nemmeno sei morto. A proposito, perché ti sei vestito per poi spogliarti di nuovo?"
"Che domanda è?" Rispose l'uomo quasi seccato. "Mi è venuto caldo, ti sembra una cosa strana? Mi sono vestito perché ero completamente nudo."
"Ma tu sei nato così, nudo e senza vestiti. Hai visto per caso qualche animale vestito in giro?"
"Che c'entra questo? Io non sono un animale, sono un essere umano."
"No, tu sei un animale come tutti gli altri. Sei un uomo come gli altri possono essere una capra, una mucca o una volpe."
L'uomo fece una smorfia di disappunto. Poi chiese.
"Cos'è questo albero? Com'è possibile che ogni ramo abbia frutti diversi?"
La voce del creatore, da qualche parte, spiegò.
"Ah! Questa è la creatura di cui sono più orgoglioso. Ti piace? È una mia invenzione...diciamo per ottimizzare lo spazio. Hai la possibilità di avere il frutto che vuoi in una sola volta. E ti ho fatto anche i gradini per salire fino in cima a raccogliere quello che preferisci. Non è geniale?"
l'uomo dopo aver ascoltato continuò.
"Quanto è grande questo giardino? Perché mi trovo qui? Perché ci sono recinzioni e al di là di esse animali liberi in luoghi immensi?"
Il creatore un po' stizzito rispose.
"Quante domande che fai! Mamma mia come sei noioso! Comunque, ho fatto tutto questo per te, ti ho dato semplicemente tutto ciò di cui hai bisogno e là fuori non troveresti nulla di quello che vedi qui. Fuori, il mondo è ancora...diciamo... incontaminato. O al naturale se preferisci. Qui è più evoluto."
"A cosa serve il codice sul polso? Non capisco se sia l'inferno o il paradiso. O tutt'e due. E poi sono qui solo...Cosa me ne faccio di tutte queste cose se non posso condividerle con qualcuno?"
La voce del creatore parlò ancora.
"Questo può essere sia l'inferno che il paradiso. Dipende dai punti di vista. Fuori da qui il mondo è libero ma tu non sopravviveresti. Animali feroci ti sbranerebbero in pochi minuti. Anche il primitivo da cui hai origine ti ucciderebbe all'istante. Ho creato questo giardino per permetterti di avere un ruolo e un tuo spazio nel mondo. Tra poco incontrerai altre persone come te con cui convivrai nel rispetto e nella cura di tutto ciò che vedi. Sei stato creato in modo speciale, questo è il tuo posto. Il codice è solo un elemento identificativo." L'uomo disse.
"Cosa sono? Una specie di essere nato in cattività o un esperimento?"
"Tutt'e due." Rispose la voce sopra di lui.
Fine